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L’Europa ed il Piano di investimenti per la produzione di Idrogeno

La Commissione Europea ha redatto ed emanato la Strategia Europea sull'idrogeno e l'integrazione dei sistemi energetici per aumentare l'efficienza e ridurre le emissioni in atmosfera

Articolo a cura dell'ing. Daniele Palano

La Strategia della Commissione Europea

L'Esecutivo Ue ha presentato una strategia per promuovere e sostenere la creazione di un mercato dell'idrogeno pulito in tre steps, con obiettivo finale previsto al 2050. L'idrogeno sarà una priorità di investimento per l'Ue, con finanziamenti dal Recovery fund, da Invest EU, dal fondo per l'innovazione finanziato dall'Ets e dal programma per la ricerca Orizzonte Europa. Il sostegno sarà principalmente indirizzato all'idrogeno prodotto tramite energia elettrica da fonti rinnovabili ma anche a quello prodotto da fonti fossili, quali il gas metano, ma solo con sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera.

L'idrogeno oggi è una piccola parte del mix energetico Ue e per il 90% è prodotto con fonti fossili. Nella prima fase (2020-24) l'obiettivo è decarbonizzare l'attuale produzione di idrogeno destinata a consumi in settori specifici come quello chimico. Questa fase si basa sull'installazione di almeno 6.000 Megawatt di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili nell'Ue entro il 2024 e mira a produrre fino a un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile. Nella seconda fase (2024-30) l'idrogeno dovrebbe entrare a fare parte del un sistema energetico integrato con l'installazione di almeno 40.000 Megawatt di elettrolizzatori entro il 2030 e la produzione di dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile in Europa. L'uso dell'idrogeno verrà gradualmente esteso a nuovi settori tra cui la produzione di acciaio, i trasporti terrestri e quelli marittimi. In una terza fase, cioè a partire dal 2030 e con orizzonte 2050, le tecnologie dell'idrogeno rinnovabile dovrebbero raggiungere la maturità ed essere utilizzate su larga scala in tutti i settori, specialmente quelli più difficili da decarbonizzare come il settore siderurgico e delle raffinerie. Grazie all'idrogeno sarà possibile dare un futuro sostenibile al settore siderurgico mantenendo allo stesso tempo la produzione di acciaio in Europa.

Hydrogen Europe (www.hydrogeneurope.eu), ed il primo Summit mondiale sull’idrogeno

Hydrogen Europe è un Associazione che rappresenta l'industria Europea, le Associazioni nazionali e i Centri di ricerca attivi nel settore dell'idrogeno e delle celle a combustibile, e collabora con la Commissione europea nel programma di innovazione Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU). In particolare, Hydrogen Europe Industry è la principale associazione europea che promuove l'idrogeno come fattore abilitante di una società a emissioni zero.
Il lavoro di Hydrogen Europe è guidato dal consiglio di amministrazione, dai comitati tecnici e dal personale del segretariato e si articola in due flussi chiave: innovazione e patrocinio. Nell'innovazione, Hydrogen Europe collabora con la Commissione europea e la comunità di ricerca in un partenariato pubblico-privato, l'impresa comune Fuel Cells and Hydrogen (FCH JU). La FCH2JU guida un flusso di finanziamento del valore di 1,3 miliardi di euro per accelerare l'introduzione sul mercato di queste tecnologie pulite nei settori dell'energia e dei trasporti. I comitati tecnici, che sono composta da membri di Hydrogen Europe e Hydrogen Europe Research, sono responsabili della definizione degli inviti annuali a presentare proposte di finanziamento fino al 2020.

Nell'advocacy, Hydrogen Europe funge da punto di riferimento dell'industria e dà voce unica del settore dell'idrogeno tra i decisori dell'UE.

Hydrogen Europe riunisce diversi attori del settore, grandi aziende e PMI, che supportano la fornitura di tecnologie ad idrogeno e celle a combustibile, e contribuisce a:

  • ·         rappresentare le opinioni e le aspirazioni dell'industria dell'idrogeno e delle celle a combustibile in Europa.
  • ·         promuovere l'idrogeno e le celle a combustibile come tecnologie pulite ed efficienti.
  • ·         informare sui benefici che l'idrogeno e le celle a combustibile potrebbero apportare alla società.
  • ·         sviluppare, in coordinamento con i propri membri, i materiali, i documenti e i documenti di posizione necessari per raggiungere la nostra missione.
  • ·         aiutare i propri membri a sviluppare le loro attività commerciali in Europa.
  • ·         PROMUOVERE L'IDROGENO COME FATTORE ABILITANTE DI UNA SOCIETÀ A ZERO EMISSIONI

Nel 2016, Hydrogen Europe ha accolto le prime otto associazioni nazionali come membri: belga, danese, francese, tedesco, ungherese, lettone, rumeno e spagnolo. Oggi conta 25 associazioni nazionali come membri.

Considerando le esigenze specifiche degli Stati membri per il futuro mix energetico, Hydrogen Europe informa i membri delle associazioni nazionali sugli aggiornamenti politici dell'UE.

La collaborazione con le associazioni nazionali e regionali consentirà a Hydrogen Europe di comprendere sempre più le implicazioni della politica dell'UE sugli Stati membri. Hydrogen Europe collabora quindi con i nuovi membri dell'associazione nazionale e regionale per capire come sono gli atti chiave della legislazione dell'UE nella fase di recepimento.

Il World Hydrogen Fuels Summit, organizzato dal Sustainable Energy Council, si è svolto il 10-11 marzo 2020 raccogliendo rappresentanti del governo e dell'industria di tutta la catena del valore dell'idrogeno che hanno condiviso gli impressionanti progressi delle loro organizzazioni su progetti e tecnologie, che stanno facendo dell'idrogeno l'alternativa ai combustibili fossili per le nostre industrie, i trasporti e la navigazione. (www.world-hydrogen-summit.com)

Le iniziative della Germania e di alcuni paesi Europei

Il Governo Tedesco ha stanziato 9 miliardi di euro nel quadro del pacchetto di misure da 130 miliardi varato per rilanciare l'economia e superare la crisi causata dalla pandemia del coronavirus.

Il Piano, che solo per i temi ambientali prevede risorse per 40 miliardi, è molto ambizioso: l'obiettivo è accelerare la decarbonizzazione dell'economia tedesca e trasformare la Germania nel maggior polo produttivo di idrogeno al mondo. Attualmente, per la produzione di gas idrogeno viene utilizzato in Germania del gas naturale tramite un processo che rilascia grandi quantità di anidride carbonica in atmosfera (produzione di Idrogeno Grigio). Un altro sistema prevede, invece, la sua estrazione dall'acqua per elettrolisi (produzione di Idrogeno Verde). Si tratta di un procedimento ad alta intensità energetica, ma non privo di vantaggi dal punto di vista ambientale, soprattutto se l'energia elettrica utilizzata proviene da impianti a fonti rinnovabili.

Berlino punta a portare la capacità di elettrolisi a 5 GW entro il 2030 e 10 GW entro il 2040. Il piano economico prevede che 2 dei 9 miliardi stanziati saranno destinati per le partnership internazionali per l'approvvigionamento. Sull'idrogeno e sulla sua applicazione nelle fuel cell stanno puntando sempre più le proprie attenzioni anche i costruttori automobilistici, nella convinzione che, con la progressiva riduzione dei costi di produzione, l’utilizzo di gas idrogeno possa rappresentare una soluzione migliore per alimentare le auto elettriche rispetto alle batterie oggi disponibili sul mercato. La Germania ha deciso di accelerare lo sfruttamento dei vantaggi dell'idrogeno nel quadro della strategia nazionale energetica Energiewende, che punta a raggiungere la totale decarbonizzazione entro il 2050. Per arrivare a tale traguardo, Berlino ha in programma di sostenere la realizzazione di una capacità di elettrolisi di 5 mila megawatt entro il 2030 e di 10 mila entro il 2040. In termini di produzione energetica, si tratta di spingere l'idrogeno a rappresentare almeno il 10% dell'intera capacità di generazione nazionale e a diventare la maggior fonte di energia per diversi settori, a partite da quello dell'acciaio, A tutto questo si aggiungono le iniziative di società private: il colosso siderurgico Thyssenkrupp e RWE (la maggior utility tedesca) stanno valutando un'alleanza per la produzione di idrogeno verde; Case automobilistiche, come la BMW e l'Audi, con la Baviera, la Siemens e la Bayernwerk hanno creato un apposito centro di ricerca, ed i gestori dei gasdotti nazionali hanno avviato un progetto per investire 660 milioni di euro su una rete di distribuzione gas dedicata all’idrogeno per una lunghezza di circa 5.900 chilometri.

Anche l'Italia avrà la sua strategia nazionale sull'idrogeno. Gli obiettivi sono una penetrazione dell'idrogeno sui consumi nazionali di energia del 2% al 2030, con prospettiva 20% al 2050, 5 gigawatt di elettrolizzatori installati sempre al 2030 e investimenti per 10 miliardi di euro suddivisi con il settore privato. A tutto questo si aggiungono i 2 miliardi di euro previsti all'interno del Recovery and Resilience Plan: il Piano, da circa 12 miliardi di euro totali, prevede 5-7 miliardi destinati a strutture di distribuzione e consumo di idrogeno, e 2-3 mld alla ricerca. C'è infine l'accordo tra Tenaris, Edison e Snam finalizzato alla decarbonizzazione dell'acciaieria di Tenaris a Dalmine attraverso l'introduzione dell'idrogeno verde in alcuni processi produttivi. E il progetto H2iseO: secondo cui in Lombardia, entro il 2023, ci sarà la prima linea ferroviaria con treni a idrogeno.

La Francia ha stabilito un piano dedicato all'idrogeno da 7,2 miliardi di euro. Il governo punta a costruire elettrolizzatori per raggiungere una capacità produttiva di 6,5 GW. Le società Total ed Engie, hanno già avviato una collaborazione nell'ambito di un progetto (denominato Masshylia) all'interno della bioraffineria di La Mède, nel Sud del paese. L'inizio della costruzione dell'impianto è previsto nel 2022, con produzione di idrogeno a partire dal 2024. Il progetto prevede un investimento di oltre 100 milioni di euro: l'impianto fornirà in un primo tempo 5 tonnellate di idrogeno verde al giorno. Un elettrolizzatore con una potenza di 40 megawatt consentirà di produrre l'idrogeno dalla dissociazione di acqua, evitando così l'emissione di 15 mila tonnellate di CO2 all'anno; l’energia elettrica necessaria ad alimentare l’impianto sarà fornita da un parco fotovoltaico.

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